Della Penna, la regina di picche. Una carriera fulminante con appoggi trasversali

La storia di Eleonora Delle Penna, presidente di Provincia e Sindaco, sembra segnata sul nascere. Già perché non è da tutti rischiare, come accaduto a lei, di diventare deputato a soli venticinque anni. Era il lontano 2008 e la giovane praticante avvocato, prima di Renzi e del renzismo, prima ancora che in politica andasse di moda il termine “rottamazione”, aveva già bruciato tutti. La lezione la impara in fretta: nasce con il Pd che, dopo l’errore della grande visibilità concessa dalla candidatura alle politiche, vorrebbe già bloccarne la crescita. Ma poi sarà costretto a rincorrerla sempre: da questi ‘incidenti’ di percorso la Della Penna impara la trasversalità, e quel fare un po’ diccì che le sta portando fortuna in tutte le scelte sino ad oggi messe in campo.

La biografia dell’attuale sindaco di Cisterna di Latina e presidente della nuova amministrazione provinciale eletta dagli eletti è ricchissima sotto tutti gli aspetti, e scorrendola anche per sommi capi lascia emergere una certa intraprendenza, forse anche troppa per una ragazza della sua età: lo sa bene chi ne ha favorito gli inizi, quel Claudio Moscardelli che nel 2004 la accoglie nella Margherita – è poco più che ventenne – facendole formare un circolo cittadino con diversi iscritti all’attivo. Eleonora sa aggregare: e lo ricordano in tanti, ai tempi del liceo, quando divenne rappresentante d’istituto al liceo Darby di Cisterna ed anche esponente della consulta provinciale degli studenti: siamo ad inizio anni 2000, il fenomeno E.D.P. già sta per esplodere. Qualche borsa di studio per andare in Inghilterra e a Malta e perfezionare inglese e spagnolo ce l’ha già all’attivo, ma si proseguirà con l’Erasmus a Salamanca sino alla laurea in Giurisprudenza conseguita con il massimo dei voti. Senza lode.


Sono questi gli anni di formazione più intensi: se ne accorge anche il Partito Democratico, cui aderisce nel 2007, che la candiderà quasi per caso (“serviva una donna”, dice oggi qualche dirigente) anche se la volontà di imporla da parte dell’eterno big Claudio Moscardelli fu forte in quel frangente che la vide per un soffio vincente. Prima dei non eletti alla Camera nel 2008, un risultato inaspettato che, da quel giorno, l’ha catapultata nella categoria dei personaggi pericolosi. Già, perché il Pd – oggi come ieri – non perdona a nessuno l’ottenimento di un risultato, anche se solo sfiorato. Ma lei non si perde d’animo: la guidano la giovane età ed i consigli di papà Giovanni, dirigente comunale di lungo corso a Latina, uno di quelli che sa tutto di tutti e per questo, ogni volta, il sindaco di turno cerca di metterlo un poco da parte. Lo farà anche Giovanni Di Giorgi, che però vuole bene alla famiglia della politica in erba: tant’è che lui, non ancora primo cittadino, la accoglie nel suo studio legale a fare da praticante, pur non essendo lei propriamente votata a destra.

La crescita in casa democratica sembra assai scontata: nel febbraio 2008, in occasione delle primarie per l’elezione del coordinamento Comunale e Provinciale, Eleonora risulta prima eletta tra le donne del Pd di Cisterna di Latina (a trattenerla in casa democratica i buoni uffici di Giorgio De Marchis) e ottiene anche lo stesso risultato in tutta la provincia di Latina sfiorando i 700 voti. Anche questo, forse, la metterà in cattiva luce nel partito che in quel momento vedeva Veltroni segretario nazionale e che in testa aveva, più che mai, l’idea delle primarie per risolvere ogni controversia. Ed è proprio qui che la luna di miele tra il Pd ed E.D.P. conosce un primo stop. Il gruppo dirigente del Pd locale le dice che non può essere candidata perché era stata messa in lista alla Camera: un modo “elegante” per cacciarla dal partito, ma la ragazza di buone speranze corre all’interno di una lista civica a sostegno dell’esponente centrista Ezio Comparini risultando, alla fine, l’unica donna eletta con circa 150 voti. Il Pd ancora una volta segue la via sbagliata: le primarie per la scelta dell’aspirante sindaco vengono annullate all’ultimo minuto mandando alle urne un candidato – Sandro Di Mario – sostenuto da un’accoppiata all’epoca molto di moda, vale a dire Pd e Italia dei valori. I partiti – tutti – sembrano fori controllo. Primo tra tutti quello dei democratici, diviso allora come sarà negli anni a venire, mentre i poteri forti continuano a dominare l’ex cittadina industriale che vive sul ricordo della Good Year e Slim e Findus sempre più zoppicanti. Vanno un po’ melgio il kiwi, i mattoni e più in generale gli ‘interessi’ delle lobbie: vince infatti Antonello Merolla, che ha un cognato piccolo ma dal nome ingombrante. Renato Brunetta.

Intanto E.D.P. si fa le ossa in assise comunale, si guarda intorno e coinvolge numerosi giovani intorno alla sua figura creando le condizioni della candidatura a sindaco, lontano mille anni luce dal partito che l’aveva creata. Nel 2014, infatti, spazza via i vecchi e tristi nomi, quelli di un circuito politico che, a seconda della convenienza, avevano abbracciato destra e sinistra. I percorsi di Mauro Carturan e Domenico Capitani (l’uomo delle coop, del mattone, del calcio… di tutto) sono tra i più emblematici di quel trasformismo pacchiano che alla lunga ha consumato anche un elettorato da uno stomaco fortissimo come quello cisternese. La giovane avvocatessa raccoglie intorno a sé NCd, Udc e alcune liste civiche e vince superando il 51% a fronte di un Pd che non ha di meglio da fare se non candidare un uomo della scuderia di Michele Forte, Paolo Panfili, facendo tornare in auge l’accoppiata perdente con l’Italia dei Valori. La confusione in casa democratica è totale: la sua più brillante promessa è diventata la candidata ufficiale di Pierferdinando Casini e della destra governativa targata Tiero-Angelino Alfano, anche se per il Ncd il vero talent scout locale sarebbe Alvaro Mastrantoni.

Forse E.D.P. prepara il ritorno a casa: Moscardelli ed il suo segretario Salvatore La Penna sono pronti a tutto pur prendersi un pezzettino della prossima vittoria possibile: le elezioni provinciali. Galvanizzati dal possibile risultato di Eleonora in Provincia, iniziano a lavorare per un patto che a molti, nel Pd, sembrerà scellerato. Ma la trasversalità è un tratto tipico di questa fase, tanto che a metterci lo zampino c’è anche l’insospettabile deputato eletto nel partito dello ‘scomparso’ Mario Monti: si tratta di Federico Fauttilli, unito a Moscardelli ed Enrico Forte dall’antica militanza nella Dc di base, l’unica scuola politica ancora oggi misteriosamente viva e vincente – almeno a Latina – quasi vi fosse tra i suoi adepti un incrollabile patto di sangue.

La sindaca di Cisterna fa filotto: vince le provinciali grazie ad un’alchimia che, a ben vedere, a poco a che fare con i partiti. Se ne accorge anche Enrico Tiero che alla prima richiesta di poltrone, riceve il due di picche da Della Penna. Ma ‘Fratò’ (Tiero per chi non ne conosce il soprannome) ha già pronto il piano b:tornare in maggioranza al Comune di Latina per salvare il soldato Di Giorgi.

Eleonora s’insedia a via Costa e promette scintille: tagli a destra e a manca, rinnovamento, pochi spiccioli per uno staff di collaboratori, mentre la elezione fa arrabbiare persino Cusani viste le minacce di ribaltare quanto lui aveva apparecchiato nell’ultimo decennio. A parlare per l’ex presidente, appena insediata E.D.P., fu Gina Cetrone (ex consigliere regionale) che ne criticò il programma di “appena sette pagine” e che continua a martellarla sino a dire che lei “assume gli amici” a via Costa. Dimenticando che nei piani alti della Provincia i pezzi più importanti dell’amministrazione sono ancora targati centrodestra: non sono forse al proprio posto Aldo Silvestri, Francesco Ulgiati o Claudia Di Troia? Non è forse stato promosso Ciro Ambrosino? E che dire del ritorno in auge di Mario Taglialatela – il potentissimo segretario comunale di Vincenzo Zaccheo – oggi scelto per dirigere il settore viabilità della Provincia?

Ancora una volta la trasversalità di E.D.P. stupisce e va oltre l’immaginabile: è forse questa la cifra di stile della politica del futuro che, per funzionare, guarda alla lezione non proprio edificante dei padri? Facendosi traghettare con nonchalance, la Della Penna arriva alla meta pronta a scaricare chicchessia. Forse questo atteggiamento non piace troppo agli attuali decisori del Pd, ma potrebbe anche essere un vantaggio per l’ascesa politica di Eleonora la “Regina di picche”.