Traffico internazionale di reperti archeologici: 19 arresti

Ha riguardato anche Latina l’operazione dei Carabinieri che ha portato all’arresto di 19 persone che facevano parte di un’associazione per delinquere finalizzata allo scavo e al traffico internazionale di reperti archeologici sono stati arrestati dai carabinieri nelle province di Caserta, Napoli, Salerno, Frosinone e Latina. I militari di Caserta e della Tutela del patrimonio culturale hanno recuperato oltre 1.500 reperti archeologici di diversa natura e datazione, (oltre a numerosi falsi) per un valore di 1,6 milioni di euro. I reperti provenivano da importanti giacimenti archeologici campani.


Tra gli arrestati, ai domiciliari, figurano anche Simone Simeone di Formia, 40 anni, e Angelo Mastrobattista di Sabaudia, 50 anni. Gli altri soggetti sottoposti a misura cautelare in carcere sono Rocco Verrengia, Angelo Valente, Benedetto D’Aniello. Agli arresti domiciliari sono finiti Carmelo Verrengia, nato a Capua, Luigi e Pasquale Langione di Mondragone, Michele Bifulco, Egidio Piglialarmi di Mondragone, Vittorio Falconetti di Mondragone, Michele Sorrento, Michele Messina, Raffaele Izzo, Rosa Balzano, Tommaso Papa di Mondragone, Sergio Castaldo, Augusto Candido Savarese.

Trafficavano reperti provenienti dai più importanti giacimenti archeologici campani, in questo contesto sono state arrestate 18 persone nelle province di Caserta, Napoli, Salerno, Frosinone e Latina. L’operazione denominata “Dedalo” è stata portata avanti dai carabinieri di Calvi Risorta, unitamente a quelli del Tutela di Patrimonio culturale di Napoli, all’interno del contesto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Nell’operazione sono stati recuperati 1500 reperti archeologici di diversa natura e datazione, nonché numerosi reperti contraffatti per un valore complessivo di oltre 2.5 milioni di euro.

Nel corso delle indagini è risultato ben presto chiaro che l’approvvigionamento dei materiali archeologici da parte dei cd. tombaroli non avveniva esclusivamente nell’area dell’Antica Cales, bensì in tutti i più importanti siti di giacimenti archeologici della Campania, come Pompei, Paestum e Pozzuoli. Oltre ai tombaroli, per la maggior parte proveninenti da Mondragone, sono stati individuati i principali ricettatori di riferimento e individuati anche i metodi di esportazione illecita, soprattutto verso la Spagna e gli Stati Uniti.

Nel corso di una perquisizione effettuata a Pompei, nell’area della Civita Giuliana, adiacente agli scavi, è stato rinvenuto, nel giardino di un’abitazione, uno scavo clandestino molto recente attraverso il quale era stato intercettato (e depredaro) un ambiente di villa romana, le cui superfici affrescate (poi recuperate) risultavano essere state già in larga parte sottratte. Le consulenze tecniche sui beni sequestrati hanno evidenziato una grandissima rilevanza dal punto di vista archeologico e artistico di molti reperti ritrovati, sia per la loro qualità artistica che per l’unicità delle decorazioni e il pregio dei materiali.

Tra questi spiccano: un cratere a campana di grandi dimensioni del IV-II secolo a.C, un’anfora della Magna Grecia con coperchio e un’anfora a due anse verticali, tutti attribuiti al pittore pestano Assteas: quattro pannelli affrescali in stile pompeiano, provenienti dallo scavo rinvenuto a Pompei.