Furti in un bar di Fondi, la Procura chiede il rinvio a giudizio per dipendente e titolare

Chiesti dal pm Gregorio Capasso tre rinvii a giudizio. Uno per furto e due per estorsione. Sono finiti così la scoperta di furti da parte di un dipendente infedele in un bar di Fondi e quello che doveva essere un accordo tra quest’ultimo e il titolare dell’attività per risolvere bonariamente la vicenda. I fatti risalgono all’ottobre 2012.

Il titolare del Domus Bar, Danilo D’Angelis, dopo aver piazzato una telecamera nascosta nel locale, scoprì che a rubare gli incassi, in totale tra i seimila e i settemila euro, era il barista Massimiliano Caschera. Il mese successivo i due firmarono un documento davanti al ragioniere commercialista Mario Pizzella, definendo i rapporti economici tra di loro e accordandosi sulle dimissioni del barista.


Caschera, però, presentò poi una denuncia, sostenendo che era stato costretto a rinunciare al tfr e a dare le dimissioni, essendo stato minacciato che in caso contrario sarebbe stato denunciato per il furto.

Il pm Capasso ha così ora chiesto il giudizio per il barista, con l’accusa di furto, e per D’Angelis e Pizzella con l’accusa di estorsione. Sui tre, difesi dagli avvocati Ermanno Martusciello, Gabriele Pagliaroli, Angelo Fiore e Giulio Mastrobattista, deciderà il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Matilde Campoli.