Poste in tilt a Itri, da martedi operativi due sportelli su cinque

*Ufficio Postale di Itri*
*Ufficio Postale di Itri*

“Debbono raggiungere il budget. Cioè debbono far quadrare il bilancio in attivo. Ecco perché non chiamano sostituti quando mancano tre operatori su cinque. E la gente ne paga le conseguenze. Proprio come sta accadendo da due giorni a Itri. E non solo”. Così hanno sommariamente spiegato alcuni coraggiosi sindacalisti “non allineati con il sistema” e qualche amministratore comunale di Itri che, investito del problema dalla gente letteralmente infuriata, è venuto a sapere che il grave disservizio che si protrae da martedi è causato dalla vocazione primaria dell’ente a far quadrare il bilancio, a evitare, cioè, che i conti delle Poste non vadano in rosso.

Poco importa che nel “profondo rosso” ci sia caduto il servizio reso all’utenza. Questo il succo del grande chiasso scoppiato da due giorni attorno all’ennesimo “tilt” in cui sono finite le Poste a Itri, dove su cinque sportelli, ne funzionano solo due e dove, ancora una volta il direttore, Enrico Grimaldi, ha abbracciato la croce del Cireneo e si è seduto anche lui a uno sportello per alleggerire il carico temporale delle attese degli utenti che hanno dovuto pazientare anche più di qualche ora per poter assolvere all’operazione per cui si erano recati alle Poste.


L’eco di quanto stava succedendo, in contemporanea, in altri centri minori, convalidava la tesi dei sindacalisti e degli amministratori comunali di Itri che le Poste pongono prioritariamente, per loro, il problema del risparmio.

“Dimenticano però – polemizza la gente – che Itri conta undicimila abitanti, che gli uffici hanno smesso di aprire il pomeriggio, che il ritiro delle raccomandate è diventata impresa da paranoia, che l’idea di recarsi l’indomani mattina agli sportelli, purtroppo, turba il sonno notturno dei malcapitati di turno”.

Il sindaco De Santis ha ripetutamente sollecitato l’ente al rispetto dell’utenza. I Carabinieri sono più volte andati a sedare i bollenti animi della gente esasperata. Il direttore Grimaldi, si fa carico di incombenze che non gli spettano pur di tappare le falle di cui i colpevoli sono soltanto i dirigenti centrali. Ma “quo usque tandem – diceva ieri un docente ‘ancora per poco civilmente calmo’ – abutere patientia nostra?”