Non è basata su congetture, né tantomeno su illazioni o presunzioni. La denuncia querela formulata ai carabinieri di Sessa Aurunca dal responsabile dell’associazione “Vigili di Protezione civile” di Cellole, tra le altre cose carabiniere Mattia Sorgente, è documentata da fotografie e coordinate gps.
Una denuncia pesante quella per inquinamento marino, scarichi abusivi, deturpamento dell’ambiente, falso ideologico, ingiustificato arricchimento, danni all’immagine e danni patrimoniali e gli eventuali che “l’Autorità giudiziaria inquirente ravvisasse nell’esposizione dei fatti” a carico dei Comuni di Minturno, Formia e Gaeta e in particolare nelle persone dei rispettivi sindaci.
Le accuse nascono da anni di sofferenza. Dalla constatazione che “con puntualità scientifica i Comuni di Minturno, Formia e Gaeta inquinano il tratto di mare prospiciente il Golfo e purtroppo con un gioco di correnti determina l’arrivo lungo le coste della Baia Domizia di una scia di sporcizia varia puntuale alle 14 e 30 nel Parco Svedese di Baia Domizia”.
Stanco di assistere inerme al ripetersi del fenomeno Sorgente nel ricordare che “negli anni più volte si è sollecitato un intervento delle autorità, ma i Comuni di Minturno Formia e Gaeta hanno sempre declinato ogni responsabilità” evidenzia come “grazie a segnalazioni di pescatori ed ambientalisti volontari e ancor più grazie allo zelo e alla scrupolosa vigilanza del personale della capitaneria di porto di Pozzuoli e Mondragone è stata accertata la verità”.
Una verità che se confermata fa rabbrividire, seppure arriva ormai al termine della stagione estiva. Uno stato dei fatti che coinvolge direttamente e inesorabilmente tutte e tre le cittadine del Golfo di Gaeta.
E inizia il suo elenco di violazioni partendo da Minturno il carabiniere di Cellole dichiarando: “Ci sono scarichi a cielo aperto che a mezzo di grosse condotte si riversano direttamente a mare lungo l’arenile in modo per altro neanche velato così alla luce del sole, con ombrelloni posti nelle immediate vicinanze delle bocche di scarico”.
Ancora più puntuale la situazione che si ravviserebbe a Formia dove il responsabile dell’associazione di Cellole dichiara: “Lungo l’arenile di Gianola e Santo Janni è possibile imbattersi tranquillamente e seraficamente in scarichi a cielo aperto che, anche a mezzo di grosse condotte, sversano direttamente a mare (LINK VIDEO). Ma peggio, il Comune di Formia ha un depuratore all’altezza del centro commerciale ‘Itaca-Panorama’, che a mezzo di condotta sottomarina pare scarichi ogni sorta di schifezza in mare e tale condotta sembra abbia delle falle che consentono la fuoriuscita dei rifiuti. E al culmine dell’estate il depuratore non riuscirebbe a lavorare a causa dell’enorme quantità di acque nere e pertanto queste ultime verrebbero direttamente immesse nella condotta/collettore senza passare attraverso il depuratore. Anomalie accertate dalla Capitaneria di porto che ha verificato anche le coordinate nautiche precise del liquame che si riverserebbe in mare”.
E anche Gaeta avrebbe le sue responsabilità secondo la nutrita denuncia del Sorgente. “A Gaeta insistono gli impianti di itticoltura (autorizzati) che contribuirebbero ogni volta che vengono ripulite le vasche ad inquinare. Oltre alle navi in rada che scaricano a mare”.
Esasperato dalla situazione e dal presunto immobilismo delle istituzioni del comprensorio Pontino il responsabile dell’associazione di Cellole nel rimarcare come “il territorio dell’alto casertano vede la risorsa turismo unica fonte di sostentamento e sopravvivenza” chiede ulteriori accertamenti “anche mediante controlli da concertare con il personale della Capitaneria di porto di Pozzuoli, delegazione di Mondragone, e il personale della Capitaneria di porto di Gaeta, con ispettori Asl e Nas, da effettuarsi senza preavviso e in orari e giorni diversi”.