MOZZARELLA DI BUFALA, REGOLAMENTO EUROPEO, BRUCELLOSI E INQUINAMENTO METTONO IN GINOCCHIO IL COMPARTO

mozzarellaE’ un susseguirsi di “novità” in merito alla tanto apprezzata mozzarella di bufala, cosidetto “oro bianco”.

Agli inizi dello scorso aprile è stata la volta delle regole dettate dalla Comunità europea in merito all’allestimento di stabilimenti ad hoc per realizzare il prodotto caseario. Regolamentazione impegnativa per allevatori e produttori che ha rischiato di creare enormi difficoltà al comparto, ma soprattutto l’abbandono di molti produttori.


A seguire è stata la volta dell’allarme brucellosi che ha portato al sequestro, in agosto, di duecento capi in tre allevamenti differenti dell’alto casertano. Fatti questi ultimi che a seguito di accertamenti medico-veterinari specifici si sono conclusi con la disposizione di dissequestro a firma del procuratore aggiunto del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, perché l’allarme Brucellosi si era rivelato un sospetto inesistente: le bufale erano sane.

Adesso è la volta del terreno inquinato, il cosiddetto: effetto discariche, che ancora una volta sembra destinato a produrre conseguenze negative sui produttori di mozzarella di bufale.

Ed è così che il consorzio di produttori della mozzarella Campana, composto da 115 caseifici – sette dei quali operanti nella provincia di Latina -, 1.500 allevamenti e 15mila occupanti, tornano a “soffrire”.

Ogni volta che si crea allarmismo, fondato o meno, intorno ad “una delle prime cinque eccellenze dop” il comparto subisce conseguenze disastrose.

Danni in conseguenza dei quali nel corso del ritrovo mondiale del settore lattiero-caseario di Cuneo, “Cheese”, qualche giorno fa, è stato lanciato un appello. Una richiesta di sensibilizzazione verso un impegno ininterrotto e costantemente sottoposto a controlli.

La sede è stata l’occasione per mettere in evidenza come allevatori e produttori di mozzarella siano sottoposti ad un considerevole numero di verifiche nell’arco dell’anno, circa 200. E sono tutti d’accordo che questo avvenga. Ma la domanda che si sono posti: “Come mai non si sente mai parlare di controlli per altri formaggi?”.