GUAI PER UN IMPRENDITORE DI ITRI, LAVORI EDILI CON IL MATERIALE DI SCAVO DELLA DARSENA DI SAN CARLO A GAETA

*Il materiale posto sotto sequestro*
*Il materiale posto sotto sequestro*

Usavano il materiale fangoso, poi sequestrato, recuperato dagli scavi alla darsena di San Carlo a Gaeta per rifornire un privato che nella propria villa stava effettuando dei lavori edili. La scoperta è stata effettuata dagli uomini del Corpo forestale dello Stato della sezione di Itri, dopo una capillare attività di indagine corredata da testimonianze fotografiche e video.

Già da qualche settimana, infatti, i concessionari della gestione della piccola darsena alle porte di Gaeta stanno effettuando dei lavori di scavo all’attracco, a seguito dei quali sono state rimosse grandi quantità di fanghi prelevati dall’area circostante e accantonati nei pressi del molo. Ma dopo aver ricevuto le necessarie autorizzazioni a ripulire e rimuovere questi materiali da parte del Comune di Gaeta, qualche soggetto le cui responsabilità andranno accertate dalla Procura, invece di smaltire i rifiuti secondo le vigenti normative in materia di trattamento specifico di rifiuti, ha pensato bene di cederle ad un privato.


*Ancora la zona posta sotto sequestro*
*Ancora la zona posta sotto sequestro*

Il privato in questione, secondo gli accertamenti del corpo forestale dello Stato, sarebbe un noto imprenditore proprietario di una enorme residenza privata in località Le Vignole a Itri. L’uomo avrebbe utilizzato, sempre stando alle ipotesi di reato dei forestali, il materiale fangoso per utilizzarlo nell’ambito di alcuni lavori edili che sta svolgendo all’interno della sua residenza privata. Da cui si configurerebbe il reato di gestione non autorizzata di rifiuti. Anche perché potrebbe trattarsi di rifiuti speciali che potrebbero contenere tracce di metalli e altre sostanze.

Foto e filmati dei camioncini pieni dei fanghi raccolti a San Carlo e portati fin dentro la villa in questione, sarebbero stati effettuati a sostegno dell’attività investigativa. Una indagine partita su iniziativa stessa del Corpo forestale e che ora sarà trasmessa in Procura con un’apposita informativa di reato. Intanto il materiale è stato tutto posto sotto sequestro. E sarà a questo punto la stessa magistratura a confermare eventualmente il provvedimento di sequestro e ad aprire un fascicolo su quanto accaduto.