GAETA, APPALTO RIFIUTI: INDAGINI AL PUNTO DI SVOLTA

A Ponza potrebbe seguire Gaeta. Anzi, a differenza della maggiore delle isole pontine, a Gaeta una indagine sulla gestione dei rifiuti è iniziata un anno prima per mano della stessa Guardia di Finanza di Formia, come a Ponza peraltro. E anche la ditta inoltre è la stessa. Perché se sull’isola di Ponza per la De Vizia Transfer sono arrivati gli arresti dei due omonimi titolari, padre e figlio, Vincenzo e Nicola De Vizia, oltre che la custodia cautelare anche per il capocantiere della società a Ponza, Antonio Avellino, poi rimesso in libertà dal Riesame, e il responsabile del sud pontino della società, originario di Esperia, Antonio Baris, anche a Gaeta le indagini potrebbero essere ad una svolta.

Forse imminenti ulteriori provvedimenti giudiziari nei confronti dei responsabili di una vicenda, come detto, indagata fin dal 2010 dal sostituto procuratore della Procura di Latina Giuseppe Miliano. Indagati alcuni dipendenti comunali e funzionari ma chissà che a questo punto il cerchio non possa allargarsi. Una inchiesta nata su presupposti più o meno simili per alcuni aspetti relativamente a quanto accaduto a Ponza specie sul fronte di alcuni servizi pagati dal Comune alla ditta e mai effettuati. Ma in realtà a Gaeta la situazione sembra ancor meno trasparente e più complessa.


L’anomalia da subito più evidente e che ha fatto destare immediata l’attenzione degli inquirenti era il famigerato credito maturato dalla ditta nei confronti del Comune di Gaeta per un importo complessivo di tre milioni di euro. Frutto di mai meglio precisate transazioni e accordi dove a dare è il pubblico e ad esigere è il privato. Un evento che forse non aveva bisogno di segnalazioni, ma queste sono arrivate, eccome. Lunga e dettagliata la relazione stesa e inviata, punto di partenza di tutta la vicenda, dall’allora segretario generale comunale Alessandro Izzi che denunciò gravi carenze e inadempienze nel servizio. Senza dimenticare le molte soffiate dei consiglieri comunali.

A quel tempo il sindaco Raimondi, in una trattativa da più parti definita oscura, proclamò un accordo da quasi tre milioni da riconoscere all’azienda a fronte di oltre 4 milioni di debito, con un risparmio per l’ente, quindi, di oltre un milione. Un’operazione che, evidentemente, non convinse però del tutto. Sospette anche le molte proroghe di cui la ditta ha beneficiato per anni fino al bando da 54 milioni di euro che nel dicembre scorso l’ha vista come unica partecipante.

Tutto annullato dalla commissione aggiudicatrice in un lungo percorso che ad oggi ha riassegnato il servizio alla Ipi srl, in attesa di una nuova pubblicazione del bando ultramilionario al quale non è esclusa la partecipazione anche della De Vizia, salvo i colpi di scena giudiziari che si profilano all’orizzonte.