TERRACINA, L'IGNAVIA DI UNA CITTA'

*Il presidente  dell'associazione albergatori 'Riviera d'Ulisse'Enzo Grossi*
*Il presidente dell’associazione albergatori ‘Riviera d’Ulisse’
Enzo Grossi*

Uno dei comprensori più belli d’Italia perde collocazione e competitività sui mercati turistici Nazionali ed Internazionali. Una tracollo senza precedenti un po’ dovuto alla crisi generale ma molto alla incapacità politica e ai stessi cittadini che poco difendono lo stato di salute della propria città.

Un territorio ricchissimo di risorse con un patrimonio storico, archeologico e paesaggistico di straordinaria bellezza che vive da tempo in un clima di autolesionismo che vanifica questo “ben di Dio” e ci sprofonda in una inesorabile condizione di sopravvivenza. Ben altra era la destinazione che ci competeva e molto diverse le aspirazioni e le aspettative che questo potenziale ci offriva.


Tutto ciò porta al pessimismo, anzi oserei dire alla disperazione ma guai lasciarsi andare, allora si che sarebbe veramente la fine. Terracina non ha perduto le sue risorse e il suo potenziale, siamo stati noi a non curarlo bene e renderlo turisticamente non fruibile Oggi stiamo pagando le conseguenze di non aver saputo essere collettività attenta e siamo vissuti nella presunzione che “sole e mare” fossero in eterno il nostro sostentamento senza rendersi conto della veloce trasformazione in atto e delle amare conseguenze che avremmo avuto.

Avvertiamo tutti questo malessere che vive la città ed è necessaria una reazione di consapevolezza e voglia di recuperare innanzi tutto la dignità di cittadini e l’amore per questa città. Necessita contrapporsi alla sistematica delega che diamo sempre ad altri e uscire da questa emarginazione alla quale ci sottopongono, ed impegnarsi a difendere le nostre risorse e la nostra autonomia. In questi giorni stiamo considerando come affrontare la prossima stagione balneare. Certamente accorceremo il periodo di apertura e saremo costretti a diminuire servizi e personale.

Le previsioni peggiorano per l’anno prossimo e questo ci porta necessariamente a prendere delle decisioni più drastiche ancora, come quella della apertura, per le attività ricettive, per il solo periodo strettamente estivo. Questo significherebbe non solo rassegnarci e rinunciare definitivamente alla nostra naturale vocazione turistica ma anche rivedere come la città dovrà affrontare la sua sopravvivenza per il futuro. Una decisione non più prorogabile che richiede autoresponsabilità della intera città e una forte necessità di ritrovare quella sintonia persa tra Categorie economiche e sociali con le Istituzioni e la Pubblica Amministrazione.

La crisi che attraversiamo se non la affrontiamo con determinazione diventerà irreversibile. Migliaia di Alberghi stanno chiudendo in tutta Italia, altri accorciano i tempi di apertura, molti vogliono vendere, e questa è la tendenza anche della nostra Provincia. Noi oltre la crisi generale accusiamo già da tempo una perdita di competitività, questo dovuto alla scorretta avidità di Roma e alla dolosa complicità di Associazioni di Categorie turistiche che invece di sostenerci rallentano o addirittura impediscono ogni reazione di crescita della nostra Provincia in particolare della parte centro nord. Abbiamo provato e proveremo ancora,forti delle nostre straordinarie risorse, di realizzare un comprensorio di eccellenza, forzosamente e vigliaccamente al momento fermato da chi non ama questo territorio con la complicità di politici da noi eletti e di nostri “Operatori” che più che il bene del proprio territorio amano e cedono a collocazioni “istituzionali” e strettamente personali.La città deve reagire e trovare la necessaria forza e capacità per superare, non demandando a “altri”, le sorti della propria città.

IL PRESIDENTE dell’associazione albergatori ‘Riviera d’Ulisse’
Enzo Grossi