FORMIA, ANNULLAMENTO DISSEQUESTRO PASTIFICIO PAONE: LE MOTIVAZIONI. STEFANO PAONE GRIDA AL COMPLOTTO

pastificio paone
*L’ex pastificio Paone*

Si ritorna al Tribunale del Riesame di Latina il prossimo 4 aprile per determinare il destino dell’ex Pastificio Paone di Formia. A deciderlo è stata la Corte di Cassazione che ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale di Latina. Difatti dopo la pronuncia di dissequestro da parte del Tribunale di latina è intervenuto il ricorso in cassazione da parte della pubblica accusa mirato ad ottenere l’annullamento di tale provvedimento.

In verità la Corte di Cassazione non ha annullato il dissequestro, ma ha chiesto, con la sua sentenza, che il Riesame riesamini la questione accertando maggiori dettagli tecnici relativi all’urbanizzazione dell’area. Una sentenza che di fatto annulla gli ultimi passaggi di questa lunga vertenza giudiziaria perché ora la Cassazione, richiamandosi anche a precedenti sentenze, chiede al Riesame di Latina di effettuare le analisi e le perizie necessarie a stabilire se l’area è sufficientemente urbanizzata e quindi non necessità di alcun piano particolareggiato, o se nel caso contrario il piano andava redatto per evitare di commettere abusi.


*Stefano Paone e l'avvocato Cardillo Cupo*
*Stefano Paone e l’avvocato Cardillo Cupo*

La tesi difensiva dei legali di Stefano Paone, Francesco Ferraro, Daniele Lancia e Pasquale Cardillo Cupo, si basa sul fatto che l’area sia fortemente urbanizzata anche per la presenza di numerosi palazzi residenziali e addirittura dell’ospedale. Tanto è vero che la Cassazione contesta, nella sua sentenza, al Tribunale di Latina che ritiene l’area urbanizzata, il fatto di essersi esclusivamente attenuto alla tesi difensiva suffragata dal perito di parte della difesa, e senza dunque produrre una propria dettagliata relazione che definisse i motivi per i quali l’area fosse da considerarsi urbanizzata e senza che per questo motivo necessitasse di piano particolareggiato.

Perciò l’annullamento con rinvio. Si considera cioè fondato il ricorso del pubblico ministero contro il dissequestro deciso dal Tribunale ma di fatto non si prende posizione sulla necessità o meno del piano particolareggiato perchè la Cassazione si limita a chiedere una istruttoria dettagliata su superfici, volumi, altezze e indice di fabbricazione, per poi decidere sulla possibilità di confermare la tesi difensiva e del Riesame o cassarla, dando ragione alla pubblica accusa sul sequestro.

corte suprema cassazione
*La Corte di Cassazione*

E ciò traspare chiaramente dalle cinque pagine della sentenza. Dove ad esempio si legge che “il Tribunale pur richiamando tali principi (quelli relativi al piano particolareggiato, ndr) finisce poi per disattenderli ritenendo pertinenti le valutazioni del consulente tecnico della difesa”. Oppure quando relativamente alla necessità di produrre una testimonianza dettagliata dell’area, la terza sezione penale della Cassazione sostiene che “questa rigorosa valutazione, il Tribunale, pur con i limitati poteri del riesame, ha sostanzialmente omesso”. O, infine, quando in maniera definitiva si giudica come “il Tribunale si è limitato ad affermare, sottraendosi al potere di controllo che gli competeva, che la verifica in sede istruttoria ‘dei profili inerenti la localizzazione dell’opera, alla sua consistenza e funzionalità, al rispetto degli standard urbanistici vigenti, ha di fatto reso non necessaria la formale adozione di un piano attuativo'”.

Perciò di fatto il rinvio serve alla Cassazione per ottenere dal Tribunale di Latina un intervento più puntuale sulle motivazioni che hanno portato al dissequestro del sito.

*L'avvocato Francesco Ferraro*
*L’avvocato Francesco Ferraro*

A seguito dell’esito della sentenza della Cassazione non si è fatta attendere la dura replica di Stefano Paone. E relativamente alle controversie legate all’ex pastificio l’amministratore unico della struttura delocalizzata a Penitro considera la struttura oggetto della controversia come “un immobile che sta lì da molto prima che quella zona divenisse Formia. Le polemiche che mi hanno riguardato, a seguito dell’ultima sentenza della Cassazione, riportano fatti e circostanze non rispondenti al vero, che continuano a screditare, un’azienda che ha oltre 135 anni di storia, 4 generazioni di una famiglia ‘perbene’ e che ancora ama fare il suo lavoro onestamente, ‘la pasta’.

L’unica mia colpa è stata quella di amministrare, con tanta passione ed un po’ di follia imprenditoriale, in quanto, per amore della mia città e dei loro abitanti, ho deciso, non solo di seguire le orme di mio padre, ma anche di intraprendere due nuovi grandi investimenti e cioè dislocare un’industria fuori dal centro formiano portando via inquinamento e disagi e creare un’enormità di posti di lavoro, soprattutto in un momento di crisi dove il lavoro rappresenta un’inestimabile ricchezza, a causa delle continue chiusure delle aziende pontine ed i continui ricorsi alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria.

*L'avvocato Daniele Lancia*
*L’avvocato Daniele Lancia*

Evidentemente continua il disegno che alcuni personaggi politici, con evidenti interessi economici, stanno squallidamente portando avanti per rovinare la nostra azienda e per impedire ogni velleità politica dell’amministratore tesa ad ottenere il bene della città di Formia, che tanto avrebbe bisogno di persone animate da tanta passione ed onestà, come mio padre prima di me, per amministrarla.

Ma ora io dico basta. E allora mi chiedo se hanno forse ragione i nuovi movimenti nati in occasione della tornata elettorale a voler azzerare tutto per ripartire con un altro piede? Relativamente alla sentenza della Cassazione, questa da un lato accoglie, con un palese equilibrismo giudiziario, la volontà del Pm di rinviare la pratica al riesame, ma dall’altro si lancia nella disquisizione in questioni di merito, cercando una qualche forma di mancanza in un’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Latina, a detta di molti perfetta, che con 5 pagine, accogliendo la tesi difensiva dei nostri avvocati Francesco Ferraro, Daniele Lancia e Pasquale Cardillo, ha messo in chiaro tutti gli aspetti del permesso di costruire, inclusa la possibilità, già statuita anche dalla stessa Corte di Cassazione in numerose sentenze, di poter costruire, in zone già urbanizzate, come evidentemente lo è la stessa, per chi conosce la zona di Piazza Risorgimento, dove era ubicato il vecchio stabilimento.

Ciò che viene richiesto al Tribunale del Riesame è di ‘accertare e dichiarare’ che trattasi di zona già urbanizzata, cioè dotata dei servizi sufficienti. Ma se ospitava un imponente stabilimento di produzione ed ospita un ospedale, il più importante del Golfo, oltre che numerosi edifici residenziali, non dovrebbe già esserlo?, non necessitando in tal caso di piano particolareggiato”.

E infine l’attacco: “Ora basta con questi metodi da vecchia Repubblica, che vengano allo scoperto i nemici dell’azienda Paone, dei suoi dipendenti, dei suoi clienti, dei suoi amici, di coloro che sperano da tanto tempo in un posto di lavoro e dell’amministratore che non si arrende e cercherà, per quanto possibile, di dare a Formia un volto nuovo”.

LA VICENDA

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