FORMIA, “OPERAZIONE GOLFO”: LA RETE DEI VALORI INVITA CONFCOMMERCIO A DARSI UN CODICE ETICO

Intervento del coordinatore della Rete dei Valori Pasquale Valente sull’ultima operazione delle forze dell’ordine, “Operazione Golfo”, che ha portato allo smantellamento di una presunta cellula del clan dei casalesi a Formia, secondo gli investigatori, capeggiata da Angelo Bardellino.

“L’ultima delle operazioni che sono andate a colpire la criminalità organizzata nel territorio del Basso Lazio e in particolare tra Formia e Gaeta, oltre che rendere ancora più evidente la presenza delle mafie e l’espansione del clan dei casalesi nel territorio laziale secondo nuove alleanze che cambiano il panorama criminale come lo conoscevamo (vedi il Mof di Fondi dove i casalesi si alleano con la mafia siciliana e Formia dove sempre i casalesi superano la loro rivalità alleandosi con famiglie che si ritenevano perdenti per stringere in modo ancora più pressante la loro morsa sul territorio), ci fanno ancor più seriamente riflettere su quanto sia “sano” il tessuto economico locale. Il coinvolgimento in qualità di vittima, così come ci viene raccontato sui quotidiani e siti di informazione locale, del presidente della Camera di Commercio della Confcommercio di Latina Vincenzo Zottola è infatti un segnale allarmante. Ancor di più in quanto il presidente Zottola, e allo stato non ci risulta diversamente, non ha denunciato quelli che sarebbero i suoi estorsori. Non per questo chiediamo le dimissioni al presidente di Confcommercio e Camera di Commercio seppure ce ne sarebbero buoni motivi: se non lo ha fatto fino a ora avrà, seppure li ignoriamo, i suoi buoni motivi.


Invitiamo però a una profonda riflessione gli imprenditori iscritti alle due associazioni perchè giungano a un rinnovamento del codice etico associativo sull’esempio di quanto già avviene in Sicilia e nel Mezzogiorno all’interno di Confindustria dove è prevista l’espulsione dall’associazione degli imprenditori che non denunciano il pizzo. A sostegno citiamo quanto dichiarato anche lo scorso 10 novembre dal presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese sugli imprenditori che non denunciano i loro estorsori: “A questi signori va tolta la licenza, va tolta la possibilità, se non c’è la denuncia immediata, di continuare la propria attività e non gli va più data la possibilità di foraggiare la mafia”. E ugualmente Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia: “La paura è un alibi che c’era qualche anno fa, oggi non è più tollerata”. Solo se gli imprenditori decideranno di voler cambiare lo stato di cose all’insegna della legalità e della libera concorrenza, impossibile qualora sul mercato agiscano cartelli mafiosi, potremo battere tutte le mafie che agiscono sul nostro territorio”.

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