Formia, Operazione Golfo: il presidente Ascom Gianni Gargano si difende e ribatte

*Gianni Gargano, presidente Ascom Formia*

Riceviamo e pubblichiamo dal presidente dell’Ascom Formia Gianni Gargano.

“Leggiamo oggi, con immenso stupore e meraviglia, l’articolo di un Organo di Informazione, che mette alla berlina una intervista del Presidente dell’Ascom che ha avuto la sola pecca di aver difeso l’immagine di Formia, davanti alla retata dei giorni scorsi delle Forze dell’Ordine ad alla ridda di speculazioni che si sono susseguite.


Da sempre l’Ascom di Formia ha condiviso l’azione investigativa e di contrasto delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, prova ne sono i continui e ripetuti incontri con i Dirigenti del Commissariato di Formia nell’ultimo decennio, Tocco, Tatarelli, Pepe, Bonaugura e Di Francia.

Da sempre abbiamo chiesto a tutti di tenere alto l’allarme su queste problematiche ed abbiamo sostenuto con tutti i mezzi a nostra disposizione l’attività delle Forze dell’Ordine.

Proprio per questo – quando agli inizi nell’ottobre del 2006 venne arrestato un soggetto legato al clan Di Lauro che aveva dichiarato di voler investire nella nostra città – fummo noi a chiedere alle Forze Politiche di Formia di comprendere i motivi per cui tali soggetti avevano ritenuto Formia una città appetibile ed interessante per i loro investimenti.

Ecco perché l’Ascom di Formia, nella scorsa Consiliatura, ha sollecitato le forze politiche della città a valutare con attenzione la pericolosità di scelte amministrative, sbagliate e discutibili, come il Piano del Commercio che si stava per approvare, che aprivano l’autostrada a possibili investimenti della criminalità Organizzata nella realizzazione di nuovi Centri Commerciali.

Fummo noi –  da soli – a sollevare questa problematica, nel disinteresse e nella sottovalutazione generale, anche del quotidiano che adesso vorrebbe mettere  alla berlina la nostra Organizzazione.

Quando sollevavamo queste problematiche – per senso civico e per dovere – noi invece che ricevere sostegno e parole di incoraggiamento dalla classe politica di Formia ricevevamo stucchevoli rimbrotti, che corrispondevano ad un preoccupante atteggiamento di sottovalutazione del fenomeno.

Perché all’epoca nessuno scriveva del rischio che incombeva sulla “ex Salid”- dove si paventava un investimento di molti milioni di Euro, che poi si scoprì da parte di soggetti collegati al clan Mallardo?

Dov’erano, di cosa scrivevano al tempo i giornalisti del quotidiano che oggi irridono alla nostra posizione?

Perché, nonostante le nostre sollecitazioni ed i nostri corposi “dossier”, non scrivevano una riga su questi argomenti, sulle conseguenze che la previsione di quel Piano Commerciale in merito alla Grande Distribuzione e quindi sulle nostre preoccupazioni che l’arrivo di possibili ed ingenti capitali poco puliti nella economia cittadina avrebbe creato enormi problematiche nel corpo vivo  della economia della nostra città?

Ed allora quale è la colpa se oggi, nonostante tutto,  affermiamo con orgoglio che a Formia vi è una economia sana, una classe imprenditoriale onesta ed operosa, che non risultano a noi attività di racket ed estorsive a danno dei commercianti e degli operatori turistici?

Perché non si comprende che – senza nascondere la pericolosità delle attività di penetrazione della criminalità organizzata e senza mai abbassare la guardia – è necessario fare in modo che la nostra città sia difesa anche dal danno di immagine che ne può derivare da alcune – strumentali e stupide – banalizzazioni?

O si crede che gettare fango su tutto e su tutti sia una azione nobile e meritoria?

Noi siamo consapevoli dei rischi che corriamo quando affermiamo, con il coraggio che non ci viene riconosciuto, che la nostra città merita una attenzione continua da parte delle forze dell’Ordine e delle Forze Politiche, per le motivazioni che abbiamo espresso.

Ma Formia non è la Chicago degli anni trenta, e sbaglia – profondamente sbaglia – chi non vede questa differenza sostanziale e vorrebbe metterci addosso quell’abito di una città preda dei gangster e della camorra.

Per questo noi staremo sempre in prima fila a sostegno di quanti coerentemente, con sacrificio e con dedizione, combattono l’infiltrazione della criminalità nel nostro territorio, ma saremo sempre, altrettanto fermi,  con chi – speriamo in buona fede – si erge a giudice giudicante senza averne titolo e contribuisce a gettare discredito sulla nostra città e sulla sua economia”.

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OPERAZIONE GOLFO

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