ITRI: MARTEDI 30 AGOSTO SERATE DELLE CENE “DA MILLE E UNA NOTTE”

L’hanno battezzata “la cena delle beffe”, la “cena delle Belle di notte” (riferendosi ai piacenti volti femminili che vi prenderanno parte) e in altri modi goliardicamente più consoni alla terminologia “piccante” di un ‘certo’ Cecco Angiolieri. Fatto sta che a Itri, nell’ambiente del gossip, non si parla d’altro.

La cena in località Santo Stefano, nella suggestiva cornice della panoramica Itri-Sperlonga. L’evento si tiene in concomitanza con altri simposi conviviali in programma, sempre a Itri, martedi sera e che hanno avuto, ognuno, una
definizione particolare: “cena del ringraziamento” (per il deflusso della “transumanza” turistica, da Itri verso i luoghi di provenienza, dopo il sempre crescente disagio apportato ai residenti per via dei parcheggi insufficienti e del traffico trasformato in un folle via vai di auto con a bordo una sola persona); “commiato dalla stagione vacanziera”; “cena di una notte di fine estate”; “cena dopo le stelle cadenti”; “arrivederci al 2012”, e così altre didascalie .


Questo evento, invece, si appresta a raccogliere l’eredità degli incontri conviviali in programma fino a cinque anni fa in una villa lungo la regionale “Valle del Liri” ai piedi del colle alla cui sommità sorge il Santuario della Madonna della Civita, e che aveva sempre deliziato i cento e passa partecipanti, fino al momento in cui l’eco di un “finale” pirotecnico raccontato a Latina da un professionista isolano che vi aveva preso parte aveva fatto comparire la notizia sugli organi di informazione che avevano titolato “festini a luci rosse all’ombra del santuario mariano, a Itri”. Il tutto perchè una goliardica esibizione di una “disinvolta” entreneuse, vestita solo del pallore lunare, aveva fatto gridare allo scandalo in un ambiente privo di minorenni e dove a fare notizia da gossip poteva esserci la sola presenza di politici locali, alcuni dei quali fotografati in slip a mimare “convergenze flessuose da alcova” sulla falsariga delle sporgenze e delle rientranze
della linea funzionale del Pollaiolo nella combinazioni alla “Ercole e Anteo”. Ebbene, secondo il più genuino spirito mattacchione della toscanità piccante, la “rosa” dei partecipanti prevede figure di una certa portata sociale che indurrebbero, qualora la loro identità (in nostro possesso) venisse resa publica, la vox populi alle più disinibite congetture con l’aggiunta della fantasia metropolitana capace di condire la goliardia del bourleque con l’ironia non sempre innocente e buona con cui si “punge” un interlocutore o un personaggio al quale non si è legati -per usare un eufemismo- da un vincolo di amicizia proprio tanto fraterno.

Il primo aspetto curioso che si coglie nel palinsesto della scenografia dell’evento, è il modo -non obbligatorio per tutti- di raggiungere la sede della follia di una notte di fine estate. Sulla scorta di un noto e simpaticissimo maratoneta del posto che suole effettuare questi tragitti “propedeutici” al desinare, recando seco una damigiana di vino, con un cartello che recita “4 litri a chilometro”, alcuni protagonisti della “cena delle beffe o delle Belle di notte” si “scalderanno” in siffatta maniera. Tra i nomi che sublimano il PH dei presenti, scorrono quelli di un giovane “enfant prodige” dell’Olimpo iuris prudentiae dell’Avvocatura della città del panforte e del Palio, ancora infervorato per il trionfo della sua contrada, la Giraffa, nel Palio dell’Assunta di due settimane fa. Per lui, nella città della torre del Mangia e di Gianna Nannini, peraltro ospite, qualche tempo fa, in una struttura agrituristica di Itri, si stanno schiudendo le porte che gli consentiranno di percorrere il segmento in ascensionale crescita esponenziale che lo porterà, quanto prima, a indossare i panni -pardon la toga- di un conclamato principe del foro della provincia dove anche il colore “terra bruciata di Siena” ( o “terra di Siena bruciata”, come dir si voglia) è un elemento di merito per le eccellenze della patria del Chianti e del Brunello della vicino Montalcino. Con lui, un “fischietto” dei rettangoli di gioco dello sport che ha tratto i natali nobili dalla terra dei Cavalieri della tavola Rotonda e che solo una “volgare” vocazione alle sudate carte e all’ininterrotto impegno quotidiano, autentico DNA costitutivo della gratificaizione economica di fine mese, hanno strappato a una carriera che definire fulgida sarebbe tanto limitativo. E non a caso i mostri sacri della “Kasta”, Concetto Lo Bello, Luigi Agnolin, Pierluigi Collina, hanno tirato un salvifico sospiro di sollievo allorchè hanno saputo del disimpegno, proprio all’acme della carriera, del “nostro” commensale della “Cena delle Belle”. La loro nomèa, in qusto modo, non verrà oscurata.

Ed ecco la prima delle Belle: una imprenditrice del mondo dell’editoria, dalla folgorante carriera, al punto da preoccupare la pur indefessa Marcegaglia, arroccata a difendere la sua leadership dalla “scalata” dell’ancora giovanissima capitano d’industria di Itri. E con loro anche il trionfatore di tanti gran premi legati alla disciplina della mountain bike, quasi un novello Mario Cipollini, per la stazza fisica e le rinomate e tanto personalmente riservate prestazioni in settori non sempre attinenti il mondo della ‘scalata’ alle cime…orografiche. Ma l’elenco ci porterebbe lontano e tradirebbe la composizione della compagnia chiamata a vivere questa notte di fine agosto secondo il clichè della più goliardica e burlona maniera della terra di Boccaccio, prima, e dei falsi Modigliani di Livorno, dopo. Ma anche noi deficitiamo della conoscenza “totale” del programma della serata. Ci è stato negato di scoprire l’effetto “sorpresa finale” che ci assicurano essere degno della goduria di “Mille e una notte”. Sarà anche per noi una sorpresa. Sorpresa che -credeteci- vi sveleremo nei minimi dettagli. Fascia protetta e comune senso del pudore, permettendo.

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