CESARE BATTISTI NON E’ ESTRADABILE, I GIUDICI VOTANO SI’ ANCHE ALLA SCARCERAZIONE

Il Tribunale Supremo federale ha respinto il ricorso dell’Italia contro la decisione dell’ex presidente brasiliano, Ignacio Lula da Silva, di negare l’estradizione all’ex terrorista di Sermoneta Cesare Battisti. Con 6 voti favorevoli e 3 contrari i giudici riuniti in seduta di Consiglio, dopo sei ore, hanno stabilito che l’Italia non ha la competenza per chiedere alla magistratura brasiliana di invalidare la decisione dell’ex presidente.

A votare contro l’estradizione sono stati i giudici Luiz Fux, Carmen Lucia, Ricardo Lewandowsky, Joaquin Barbosa, Carlos Ayres Britto e Marco Aurelio Mello secondo cui la decisione di Lula “è una questione di sovranità nazionale” e quindi di competenza del potere esecutivo e non di quello giudiziario.


A favore del ricorso hanno invece votato Gilmar Mendes, Ellen Gracie e Cezar Peluso. Secondo il giudice Mello la decisione del governo italiano di ricorrere contro Lula “non era adeguata”. La Corte intanto continua a discutere sul caso, in particolare si dovrà esaminare se il presidente Lula, con la sua decisione avrebbe o no rispettato il Trattato di estradizione in vigore con l’Italia.

[AGI]

IL DIBATTIMENTO

L'avvocato Luis Roberto Barroso

L’avvocato che rappresenta l’Italia in Brasile Antonio Nabor Bulhoes, ha preso la parola in apertura del Consiglio del Tribunale federale chiedendo “l’immediata estradizione” di Battisti nel Paese, aggiungendo che la decisione presa dall’ex presidente Inacio Lula da Silva il 31 dicembre scorso “contraddice” l’opinione stessa della Corte. Contro di lui si sono pronunciati l’avvocato generale del Brasile Luis Inacio Lucena Adams, e il procuratore generale della Repubblica secondo cui l’Italia “non ha la legittimità per contestare una decisione sovrana”. L’avvocato di Battisti, Luis Roberto Barroso, ha da parte sua accusato l’Italia di porre in atto “una vendetta assurda e tardiva” nei confronti di un uomo di quasi 60 anni.

[CorrieredellaSera.it]

SCARCERAZIONE

Il giudice Marco Aurelio Mello

I giudici della Corte Suprema brasiliana hanno votato, sei contro tre, a favore della liberazione di Cesare Battisti. L’ex terrorista si intende quindi non estradabile in Italia e presto sarà scarcerato. Secondo uno dei componenti del Supremo Tribunal Federal brasiliano, il giudice Marco Aurelio Mello, Cesare Battisti può essere già scarcerato. “‘Sì, secondo me può uscire oggi di prigione perché il processo è virtualmente terminato”, ha risposto all’ANSA che gli chiedeva se l’ex terrorista sarebbe stato liberato in tempi brevi.

CESARE BATTISTI

Cesare Battisti

Cesare Battisti, classe 1954, nativo di Sermoneta, ex appartenente ai Pac, i Proletari armati per il comunismo, rifugiato in Francia dal 1990, ha ricevuto in Italia quattro condanne all’ergastolo per altrettanti omicidi compiuti tra il 1978 e il 1979. Battisti è accusato di essere stato il killer di Antonio Santoro, maresciallo capo delle guardie carcerarie di Udine ucciso il 6 giugno 1978 e di Andrea Campagna, agente della Digos di Milano, ucciso il 19 aprile 1979. Inoltre è stato il mandante dell’omicidio del gioielliere milanese Pierlugi Torregiani compiuto il 16 febbraio 1979, lo stesso giorno in cui Battisti partecipò all’esecuzione di Lino Sabadini nella sua macelleria a Mestre. Arrestato a Milano il 26 giugno 1979 il terrorista era poi riuscito ad evadere dal carcere di Frosinone due anni dopo, il 4 ottobre del 1981. Si era inizialmente rifugiato in Messico, quindi in Francia, dove il 30 novembre 1990 era stato fermato dalla polizia a Parigi insieme ad altri quattro italiani. Liberato beneficiando della cosiddetta dottrina Mitterand fu riarrestato nel 2004 rendendosi poi latitante. Nel 2006 Battisti ha proclamato la sua innocenza per i quattro omicidi, mutando così la precedente linea difensiva che prevedeva l’astensione dal commentare pubblicamente la vicenda giudiziaria circa le sue responsabilità negli omicidi commessi dai PAC. Arrestato in Brasile nel 2007, Battisti è detenuto in carcere a Brasilia. Il 31 dicembre 2010 il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva annunciò il rifiuto all’estradizione in Italia.

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