PARTE IL CENSIMENTO SULLA PESCA “SPORTIVA” IN MARE

Lunedì 31 gennaio 2011 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto con cui il MIPAAF istituiva l’obbligo di censimento per la pesca sportiva e ricreativa in mare.

In pratica, a partire dal 1 maggio, sarà obbligatorio compilare ed inviare il questionario per poter esercitare qualsiasi tecnica di pesca, non professionale, in mare.


Pertanto, chi verrà trovato sprovvisto della comunicazione di censimento avrà 10 giorni di tempo per mettersi in regola senza incorrere in alcuna sanzione.
Sono circa 35.000 i pescatori che ad oggi hanno inviato le comunicazioni obbligatorie per la pesca ricreativa in mare come richiesto dal decreto del 6 dicembre 2010, iscrivendosi attraverso il sito del Ministero delle Politiche agricole da cui è possibile scaricare il questionario.

Nel settore della pesca sportiva in mare – attività di cattura e prelievo esercitata nel tempo libero, senza fine di lucro – si assiste ad un maggiore coinvolgimento delle istituzioni comunitarie e delle regioni.
La materia è stata trattata in quanto inclusa nei programmi comunitari per la raccolta di dati nel settore della pesca in relazione ai quantitativi di catture effettuate.
Questi dati potrebbero però sfuggire in parte alle rilevazioni, e in alcuni casi un’attività ricreativa, potrebbe avere le caratteristiche del commercio.
La proposta di affiancare all’anagrafe dei pescatori sportivi, una tassa come accade per la caccia, ha diverse finalità che nelle linee generali vengono di seguito analizzate.

La tassa, quantificabile ad esempio in 60 euro l’anno,   potrebbe essere utilizzata per:

–    sostenere le opere di ripopolamento ittico nel Golfo di Gaeta, anche con l’insediamento di due avanotterie;
–    verificare il disagio socio-economico derivante dall’applicazione delle nuove norme comunitarie sulla pesca professionale, sostenendo la “reale” riconversione con progetti che utilizzino i contributi del fondo sociale europeo;
–    verificare la possibilità di attuare un fermo biologico obbligatorio per tutti e che non duri meno di 90 giorni consecutivi all’anno;
–    realizzare nuovi progetti e opere di allevamento di specie ittiche ai fini di riconvertire quella parte della categoria che si trova ad attraversare un momento di crisi a causa dell’applicazione  delle nuove norme della UE;
–    sostenere con un contributo una tantum i giovani che si avvicinano al mondo della pesca professionale, così come avviene in agricoltura;
–    realizzare con tale tassa sulla pesca professionale il “ Credito al Pescatore”, utilizzato solo ed esclusivamente per ragioni di carattere economico-sociali, documentate e verificate in collaborazione con le Forze di Polizia.

Scritto da: Erminio Di Nora