ANCORA SUL P.R.G.: LE RAGIONI DELLO SBLOCCO DELLA VARIANTE

coriAl di là delle inutili attribuzioni di paternità del P.R.G., la cui Variante Generale fu adottata con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 31 del 28 aprile 2004, dall’allora Amministrazione di centro – destra, va detto che durante questi tre anni l’Amministrazione Conti ha operato i dovuti adempimenti, senza i quali non vi sarebbe mai stato il nulla osta della Pisana.
Al momento dell’insediamento, infatti, mancavano alcuni pareri vincolanti: quello sanitario, che necessitava di un piano di zonizzazione acustica, e quello degli usi civici.
Colmate tutte le lacune amministrative che avevano rallentato l’iter, il Piano, completo di tutti i suoi elementi, è stato presentato alla fine del 2008 per ricevere una risposta da parte del Comitato Regionale quasi un anno mezzo dopo.
Non basta, perché il P.R.G., quando fu deliberato dal governo Bianchi, conteneva una previsione di incremento demografico di circa il 28-30%, limite massimo stabilito dalla Legge regionale, e dopo le osservazioni dei cittadini tale crescita era arrivata addirittura all’80%, una percentuale abnorme dato che l’incremento di una Variante può arrivare ad un massimo del 30%.
Adesso che le stime sono state allineate ai valori reali, all’interno di quel 30%, togliendo le suddette aree vincolate, si arriva ad una crescita che si aggira intorno al 12-15%, che è quella normale di una Variante: è anche possibile recuperare un altro 4-5% di cubatura, ma bisognerà farlo in maniera omogenea e senza favoritismi.
Responsabilizzata pure l’equipe dei tecnici che sta seguendo i lavori subordinandone una parte del compenso al raggiungimento del risultato ultimo.
C’è tempo fino ai primi di agosto, per avanzare le eventuali controdeduzioni che tengano conto dei vincoli paesistico, idrogeologico e dei beni culturali, anch’essi ignorati dal centro – destra nel 2004.
Nello specifico si tratterà di stornare una serie di aree sottoposte a detti vincoli, con tanto di ri-graficizzazione del P.R.G., per essere quindi ridiscusso in Consiglio ed inviato nuovamente in Regione per completare l’iter e porre fine ad un’attesa 35ennale.