CISTERNA DI LATINA: SEQUESTRATI TUTTI I BENI DI AMATO GENNARO

questura-di-latinaLa Polizia di Stato  continua a sequestrare i beni dei pregiudicati della provincia di Latina. L’ultimo provvedimento riguarda  Gennaro AMATO, nato in provincia di  Napoli 45 anni fa ma,da tempo, residente a Cisterna di Latina. pluripregiudicato in particolare per reati inerenti il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti, nonchè  elemento fortemente proclive a delinquere e, molto pericoloso per la sicurezza pubblica. Per questi motivi gli uomini del Commissariato di P.S di Cisterna di Latina, su impulso del Questore D’Angelo, collaborati dall’ Ufficio Misure di Prevenzione  della Divisione Anticrimine  hanno analizzato  la posizione patrimoniale e redditizia di Amato e della sua convivente riuscendo ad individuare proprietà immobiliari, autovetture, terreni e saldi attivi presso istituti di credito e finanziari, presentando, i primi giorni di giugno, una “corposa” proposta di applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di p. s. con obbligo di soggiorno e di sequestro anticipato delle “ricchezze” accumulate nel corso degli anni . L’ excursus criminale di Gennaro Amato delinea in modo netto il percorso di vita antisociale compiuto dal medesimo, costellato di violenza e soprusi. A nulla sono valsi provvedimenti adottati nei suoi confronti in precedenza: già  gravato da Avviso Orale da parte del Questore di Latina nel  1994, è stato poi  sottoposto nel 1995 dal Tribunale di Latina alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale della P.S. con l’obbligo di soggiorno nel Comune di Cisterna di Latina per la durata di  3 anni e, successivamente, in data 06 Maggio 1999, nuovamente sottoposto   per ulteriori 5 anni, ciononostante  sembra che  il delitto rappresenti l’unica sua  fonte di sostentamento.  Personaggio da sempre coinvolto  nei “fatti criminali” più salienti della provincia, nel novembre 1993 fu arrestato dalla Squadra Narcotici della  Criminalpol Lazio nell’ambito dell’operazione denominata “TRIDENTE”, iniziata,  qualche mese prima, con il sequestro di 25  kilogrammi di cocaina purissima importata dal Sud America attraverso i canali  istituiti negli anni Settanta da Frank  Coppola detto”tre dita”, il boss mafioso morto nel 1982, che, dalla sua villa di Ardea, aveva praticamente “creato” il consumo di massa della cocaina in Italia . Secondo gli investigatori Amato ed i suoi compagni  oltre che a custodire la cocaina, si occupavano anche dello smercio dello stupefacente in alcune regioni diverse dal Lazio,occupandosi in particolare del rifornimento dei “punti vendita” di Napoli e di Lecce. Nel novembre 1998 fu gambizzato davanti alla sua villetta , alla periferia del paese da due banditi, a bordo di  un’ Alfa, che gli tesero un  agguato sparandogli quattro colpi di pistola calibro 9, di cui uno lo  raggiunse alla gamba sinistra. Interrogato dagli investigatori del Commissariato di Cisterna, Amato  disse di non conoscere i suoi feritori.   Gli inquirenti, memori della grossa operazione antidroga che lo aveva visto protagonista evidenziarono che  trattavasi di un avvertimento proveniente dalla malavita operante nell’ambito del traffico illecito di stupefacenti. Le successive indagini portarono all’identificazione del responsabile  del gesto in Carmine CIARELLI, quale autore materiale , elemento di spicco della malavita pontina operante nel traffico di droga e nel prestito di denaro a tassi usurari; Nel Settembre 2001 , durante il regime di sorveglianza speciale, veniva nuovamente attinto da colpi di arma da fuoco . Tale agguato fu poi  ricollegato ad un regolamento di conti. Innumerevoli sono le condanne riportate dal proposto fin dagli anni 90, tra cui danneggiamento in concorso, violazione legge sulle armi in concorso, contravvenzione al foglio di via obbligatorio, ricettazione e detenzione illegale di armi e munizioni,più volte condannato per violazione della sorveglianza speciale. Nonostante varie volte ha beneficiato della misura alternativa dell’ affidamento in prova al servizio sociale,adottato  per tentare un ravvedimento mai avvenuto,non a caso è rimasto uno dei protagonisti di gravi fatti di spaccio internazionale di sostanze stupefacenti in forma associata.  Infatti, di recente è stato indagato per produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti ,associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti  violazione alla normativa sulle armi nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Sfinge” effettuata  dalla  Squadra Mobile e  dal Commissariato P.S. Cisterna  coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Tutto questo corollario ha corroborato le risultanze degli accertamenti patrimoniali per far emergere che la disponibilità diretta e indiretta di beni mobili e immobili sono il frutto delle  attività illecite poste in essere, tenuto anche conto che le denunce dei redditi effettuate finora non ne  giustificano il possesso e la titolarità. Il decreto del Tribunale  condividendo le risultanze investigative della Polizia di Stato   ha ritenuto la necessità di un sequestro anticipato dei beni in sussistenza dell’attualità della pericolosità dell’Amato e, del  pericolo che gli stessi possano essere sottratti o dispersi.
Pertanto sono stati “messi i sigilli” ad una villa a due piani sita  a Cisterna di Latina acquistato nel 2003, intestato  alla  ex moglie, un villino a Cisterna di Latina  acquistato nel 2008 , con annessa corte esclusiva di pertinenza, intestato alla sua attuale compagna, un terreno acquistato a Cisterna di Latina  nel 2009 , consistenza 5 are; un autoveicolo TOYOTA IQ, immatricolato  nel 2009 intestato ad Gennaro  AMATO, un autoveicolo BMW X5 3.0D, immatricolato nel 2005 ,intestato alla ex moglie, un autoveicolo BMW AG ,immatricolato il 05.09.2007, intestato  alla convivente, e
Tutti i rapporti con saldo attivo intrattenuti dall’uomo, dall’ ex coniuge e dalla attuale convivente presso tutti gli  Istituti di Credito sul territorio  nazionale,  per un valore complessivo di circa un milione di euro.

Dopo l’estate si discuterà, in contraddittorio, l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale e l’eventuale confisca delle utilità che per ora sono state date nelle “mani” di un amministratore giudiziario che  dovrà inventariarle e  consegnare una relazione al collegio giudicante entro trenta giorni dall’immissione in possesso.